Tap pronta? Pronta un tubo !
“Il Tap è entrato in funzione: porterà in Europa il gas azero” intitolava domenica il Sole24ore, “la multinazionale Tap annuncia che il gasdotto è operativo”.
Gli abitanti di Melendugno ci riferiscono invece che i cantieri di TAP li fervono ancora di lavori, e anche a Matagiola, dove dovrebbe arrivare l’interconnessione TAP/SNAM, ci sono ancora gli scavi aperti… E comunque, come riferisce Il Sole 24ore, è già stato fatto il testing dei tubi: ci chiediamo: tutto il gas immesso in un tubo da 1400 millimetri di diametro per 54 KM dove è finito, visto che a Brindisi si ferma tutto e non c’è ancora il collegamento con la Rete Adriatica SNAM?
Si, perché a Matagiola non c’è nessun gasdotto che collega la stazione SNAM con la Rete Adriatica SNAM, che parte da Massafra col gasdotto Massafra-Biccari.
Eppure a Matagiola arrivano o partono per ora 6 gasdotti, oltre a TAP: arriva dalla Sicilia attraverso Bernarda il 42 pollici (1050 mm di diametro) che porta in Salento il metano che consumiamo, compreso il rifornimento per la centrale a turbogas di EniPower nella zona industriale di Brindisi, che consuma 1 milardo di metri cubo l’anno di gas; e poi parte un 18 pollici (450 mm) verso Palagiano, che rifornisce i paesi sulla via Appia.
Ma nessun 48 pollici che possa interconnettersi alla Rete SNAM a Massafra.
Tale megagasdotto di 80 km è una priorità sul sito di SNAM ed è programmato per il 2026: è addirittura un Progetto d’Interesse Comune approvato dal Parlamento Europeo con il finanziamento della Banca Europea degli Investimenti. Ma non è stato presentato a Minambiente ancora neanche lo Studio d’Impatto Ambientale o altra documentazione per l’iter autorizzativo.
Per cui, il gas di questa entrata in funzione, una volta arrivato a Brindisi, dove va a finire? Lo useremo noi di Brindisi la mattina per farci il caffè? Stiamo assistendo in questi giorni a Brindisi a un forte odore acre la sera: non vorremmo fosse dovuto a inopportune perdite del gasdotto…
E il gas di TAP come sarà portato in Europa, visto che da Brindisi manca l’interconnessione con la Rete Adriatica SNAM di Massafra, e visto che tale rete è stata realizzata solo a metà e mancano interi tronchi, come il Biccari – San Salvo, il PRT di Sulmona, il tratto Sulmona – Foligno che dovrebbe attraversare Norcia e le zone terremotate (????), e poi il Foligno – San Sestino, tutti tronconi della Rete SNAM ancora in fase autorizzativa?
Come ammesso dalla stessa SNAM, tale rete sarà completata per il 2025, data spostata poi al 2026: e intanto a Brindisi ne dovremmo bere di caffè per smaltire il gas di TAP…
Inoltre TAP doveva entrare in funzione un anno fa, e durante la fase Covid ha continuato a lavorare, eppure sono in ritardo di un anno, dicono per le proteste della popolazione e per il Covid…
Nella stessa nota TAP sottolinea che in tutto il lavoro non ci sono stati “incidenti di percorso”: ricordiamo che il 26 maggio 2020 moriva Simone Martena, operaio di 34 anni, schiacciato dai tubi a Vernole a causa dell’inosservanza della normativa sulla sicurezza da parte della azienda subappaltatrice Max Streicher.
E i vertici di TAP sono indagati dalla Procura di Lecce per disastro ambientale: la seconda udienza doveva tenersi proprio questo venerdì, il 20 novembre, ma è stata spostata al 29 gennaio 2021 causa Covid. Questo, mentre il processo contro gli oltre 100 attivisti NoTAP per reati minori e spesso ridicoli, va avanti malgrado il Covid.
L’annuncio della inverosimile entrata in funzione di TAP proprio a ridosso dell’udienza dei suoi vertici davanti ai giudici di Lecce sembra una strana coincidenza. Probabilmente la società svizzera vuole passare all’incasso anticipato dei finanziamenti europei (un miliardo e mezzo di euro) ed evitare le penali verso i partner commerciali (Enel, Hera ed Edison) per il ritardo nella fornitura del gas, se il gas non può arrivare al nord o in Europa…
Intanto il consigliere regionale PD Fabiano Amati si è prodigato in questi ultimi mesi per mettere a posto alcune malefatte di SNAM a Tuturano, prontamente denunciati dal Movimento No TAP/SNAM di Brindisi: nella posa dei tubi per il gasdotto TAP/SNAM, a fine maggio, SNAM aveva intercettato la falda di San Paolo, acqua meteorica in un territorio sotto vincolo idrogeologico, che portava acqua ai pozzi dei 400 abitanti della frazione di Torre Rossa e poi sfociava nel Canale di Siedi che alimenta la riserva regionale del Bosco di Cerano, causando un altro disastro ambientale. Amati si è prodigato per far avere ai 400 abitanti l’allaccio all’acquedotto: ma quando gli abitanti han visto che dovevano pagare diverse decine di migliaia di euro per regolarizzare le loro abitazioni, hanno rinunciato, e ancora oggi continuano ad avere i pozzi asciutti e la riserva del Bosco di Cerano è rimasta senza acqua…
Altra battaglia di Fabiano Amati: far avere ai comuni del brindisino le “compensazioni di TAP”. Ma Amati dimentica che l’interconnessione che attraversa il brindisino fino a Matagiola, che è Comune di Brindisi, è un gasdotto di SNAM, non di TAP. E SNAM ha previsto nell’autorizzazione all’opera solo l’incremento della offerta di servizi abbinati al gas: cioè qualche stazione di servizio in più per il metano per auto…
Mentre Commissione Europea e BEI hanno deciso di non finanziare più il gas metano e l’Italia ha firmato l’accordo di Parigi per uscire dai fossili e ridurre le emissioni di CO2, Brindisi vuol diventare “hub del gas” d’Europa. Siamo proprio ritardati…
E come succede da decenni, Brindisi continua ad essere terra di conquista di multinazionali che inquinano e fanno disastri senza scrupoli per il loro profitto e noi brindisini abbiamo le bollette di corrente e metano tra le più alte d’Italia e il tasso di tumore al seno e tumori alle vie respiratorie più alto d’Italia. Poveri noi fessi….