n.833: Planetary pressures–adjusted Human Development Index (PHDI)
Che cos’è il “progresso”? Tutti noi abbiamo creduto e forse crediamo ancora in questa parola magica: appunto “crediamo”, come atto di fede, prima che di conoscenza.Perché, se provassimo a “conoscere” (ossia a studiare) che cosa è stato il “progresso” nella storia, la nostra fede in esso subirebbe qualche probabile scossone di coscienza.Nella storia, il “progresso” è stato scambio ecologico diseguale tra parti del mondo e dell’umanità (come constatava un critico non certo marxista come Carl Schmitt); estrazione predatoria di energia naturale e umana (come dimostra la scoperta straordinaria dell’ “eMergia” da parte di Howard T. Odum); “fascismo esterno”, ossia praticato altrove a sostegno del nostro benessere e della nostra sicurezza (stigmatizzò, in un celebre commento, Maurice Duverger); una vera e propria “trappola” (la “Progress Trap”, studiata da Daniel B. O’Leary).Insomma, il progresso ha portato e porta con sé ingiustizia: una ingiustizia che non vediamo e sicuramente preferiamo non scoprire e studiare, come sovente si fa quando si vuole semplicemente “credere”.Se ne è accorta persino l’ONU, che ha deciso di “rettificare” il proprio “indice di sviluppo umano”, “creduto” come cartina al tornasole di un progresso quali-quantitativo “buono” e “giusto”, con un indicatore di ingiustizia addirittura planetario: la pressione planetaria che il nostro “progresso” provoca sul sistema terra e quindi sugli “altri”.E’ nato così l’ “indice di sviluppo umano corretto con le pressioni planetarie” (PHDI).Il PHDI cerca di calcolare le pressioni umane sul pianeta per far emergere le disuguaglianze intergenerazionali e intragenerazionali che le nostre aspirazioni di “sviluppo” provocano sul mondo.Ecco allora che il livello di sviluppo umano (indicativo del nostro rassicurante e spesso compiaciuto “benessere”) viene corretto dalle emissioni di anidride carbonica per persona (basate sulla produzione) e dall’impronta materiale pro capite, per tenere conto dell’eccessiva pressione umana sul pianeta. In uno scenario ideale, in cui non ci sono pressioni sul pianeta, il PHDI è uguale all’HDI; e il mondo sarebbe “giusto”.Questo però non succede affatto. Anzi, il nostro “sviluppo umano” risulta pessimo e intollerabilmente ingiusto verso il resto del pianeta e la sua umanità, a noi “esterna” o “lontana”.Se il ricorso all’ “eMergia” di H.T. Odum ha permesso di evidenziare le ingiustizie del passato, a base del nostro acquisito “progresso”, l’indice ONU PHDI scandisce l’ingiustizia verso il futuro, che la nostra fedeltà al “progresso” sta alimentando.Infatti, come la stessa ONU ammette, l’indice PHDI ci rende consapevoli di quanto futuro rubiamo con le pressioni planetarie del nostro “progresso”. Interi sistemi sociali considerabili “giusti” al loro interno, come i sistemi di welfare scandinavi, si rivelano “ingiusti” al loro esterno, verso il pianeta e il resto dell’umanità.Probabilmente, nella “trappola del progresso”, ci siamo caduti tutti e ci rimaniamo.
http://hdr.undp.org/en/content/planetary-pressures%E2%80%93adjusted-human-development-index-phdi