n.73: Keucheyan, “La natura è un campo di battaglia”
Di fronte all’evidente disastro ecologico, è largamente diffusa l’idea che l’umanità debba “superare le sue divisioni” e lavorare insieme per affrontare le grandi sfide del nostro tempo. A questo obiettivo ambizioso rispondono i 17 SDGs dell’ONU per il 2030. Il libro di Razmig Keucheyan descrive come la
politica degli Stati stia lavorando nella direzione opposta. Come si legge nella sua presentazione “lungi dal cancellare gli antagonismi esistenti, la crisi ecologica tende invece a renderli ancora più incandescenti”. Dalle “terre dei fuochi” italiane alla localizzazione delle discariche di rifiuti tossici negli Stati Uniti, la crisi ecologica spinge gli egoismi economici e gli individualismi sovranisti verso un inedito “razzismo ambientale” di portata globale, dove, a pagare il prezzo più alto e ingiusto, saranno come sempre i più poveri, le comunità più vulnerabili, gli indigeni, le donne e alla fine, in una sorta di
“nemesi ecosistemica”, tutte le generazioni future, ricche o povere che verranno.
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