n.31 “Economia circolare”: i dati

Quando si pensa alla c.d. “economia circolare”, si è indotti a credere che essa stessa
rappresenti di per sé una soluzione ai problemi di consumo, spreco e rifiuto dell’economia “lineare”.
Tale rappresentazione, tuttavia, trascura due profili.
Il primo riguarda l’ammontare totale di materiale prelevato e materiale consumato,
accumulati nei decenni di economia “lineare” a energia fossile. Si calcola che, dal 1970, il prelievo mondiale di materiali è quasi triplicato, passando da circa 26,7 a 84,4 miliardi di tonnellate nel 2015. Con il trend attuale, il consumo di materiali raddoppierà ulteriormente entro il 2050, arrivando a 170-184 miliardi di tonnellate. Aggiungendo agli 84,4 di materiali prelevati gli 8,4 di quelli provenienti dal riciclo, si hanno circa 92,8 miliardi di tonnellate consumati nel mondo: 37,8 miliardi di tonnellate sono materiali da costruzione consumati in un anno; 27,8 sono biomasse per l’alimentazione e altri usi; 16,6 sono combustibili fossili e 9,5 sono minerali usati per produrre metalli. Questa enorme massa di materiali genera circa 19,4 miliardi di tonnellate di rifiuti: 8,4 sono riciclati, il 43% dei rifiuti prodotti, rappresentando però solo il 9,1% del totale dei materiali consumati.
Il secondo profilo, di conseguenza, ruguarda la consapevolezza di quanto l’ “impronta di consumo” di ciascun individuo contribuisca a mantenere il gap di efficacia dell’economia circolare, ereditato dal consumo fossile.
A questo doppo profilo problematico è dedicato il “Circulary Gap Report 2019”.

http://www.resolve.sustainablelifestyles.ac.uk

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