n. 22 Come si agormenta il postulato “in dubio pro natura”?
Tale postulato è stato riconosciuto nella Costituzione dell’Ecuador del 2008, quale criterio di chiusura dell’applicazione del principio di “conservazione” dell’ecosistema e non solo di “precauzione” dell’azione umana al suo interno (per il quale, varrebbe invece il postulato “in dubio pro securitate”). Pertanto, i due postulati di gestione del dubbio umano (“pro natura” vs. “pro securitate”) non sono del tutto coincidenti: il primo è biocentrico, il secondo è antropocentrico. La considerazione del primo richiede un’apertura a tutti i saperi “eco-centrici” (in particolare, quelli indigeni o contadini fino agli studi di psicologia animale e vegetale); al contrario, la considerazione del secondo si affida ai saperi tecnici ed esperti della gestione del “rischio” a fini di legittimazione della produzione economica. Di conseguenza, mentre il primo “arricchisce” il secondo (rendendolo meno “sordo” alla natura), il secondo escude il primo (ponendo l’economia al di sopra dell’ecologia). Il primo, però, sta diventando sempre più importante, per due ragioni: – favorisce una visione sistemica di insieme (una visione biosferica), che viceversa il profilo della sola sicurezza trascura (per cui, il primo è metodologicamente più completo); – è strettamente correlato con il principio di non regressione climatica, che trova ora accoglienza anche nell’Accordo di Parigi del 2015 (sicché, se si vuole discutere di non regressione climatica, non si può non discutere “pro natura”)
Una recente vicenda giudiziale in Ecuador, riferita alla tutela dell’ecosistema degli squali nelle Isole Galapagos, offre spunti interessanti su come costruire argomentativamente, in sede giudiziale, tale postulato costituzionale.