Contro gli abbattimenti illegittimi di Carovigno: salviamo il nostro “Principe”
La redazione di emergenzaclimatica.it scrive al Presidente della Regione Emiliano, al Direttore dell’Ufficio Agricoltura Nardone, al Servizio Fitosanitario della Regione, alla Sovraintendenza e al Prefetto di Brindisi per fermare gli abbattimenti di ulivi monumentali a Carovigno, dove si trova anche il “Principe” di Serranova, l’ulivo monumentale condannato a morte con decreto di abbattimento DDS 24 del 21 febbraio 2019, in agro di Serranova, adottato e protetto dalla nostra redazione, che doveva essere abbattuto entro 20 giorni più di 15 mesi fa, ma abbiamo fatto diffida alla Regione e lo proteggeremo ancora, perché è in zona infetta e il proprietario non ha dato consenso all’abbattimento.
La Regione, con la delibera 1890 del 2018, aveva istituito una ulteriore “zona ex contenimento”, non osservando la Decisione UE 927/2018, e dove ha continuato per tutto l’anno a fare monitoraggi sulla Xylella. Zona ex contenimento sono i Comuni di San Marzano, San Michele Salentino, Francavilla Fontana, Carovigno, Brindisi, Latiano, Oria, San Vito dei Normanni, Carosino, parte dei comuni di Ceglie Messapica, Ostuni, Villa Castelli, Sava, Martina Franca, Grottaglie, e poi diversi comuni del Tarantino fino a parte dell’agro di Taranto, dichiarati dalla UE invece zona infetta.
Dopo la visita dei Commissari UE in maggio 2018, salutata dai comunicati stampa di Coldiretti con titoli come “La Xylella avanza” e “l’Europa finalmente ci da ragione”, l’audit invece dei Commissari sulla gestione dell’emergenza Xylella è stata catastrofica per l’Italia: con la sentenza del 5 settembre 2019 la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha condannato l’Italia e ciò ha prodotto la procedura di infrazione n° 2015/2174 nei confronti dell’Italia.
Le motivazioni dell’infrazione: la Regione ha omesso di garantire, nella zona di contenimento, la rimozione immediata delle piante infette, le ispezioni annuali non sono effettuate al momento opportuno durante l’anno.
Inoltre la Commissione ha sempre “considerato non rilevanti le attività di controllo ed estirpazione delle piante infette individuate nella ex zona contenimento”, come anche ribadito nella nota prot. 167 del 05/02/2020 della Struttura di Missione per la Procedura di Infrazione della Presidenza del Consiglio”. E pur ritenendo “lodevole il monitoraggio effettuato nella ex zona di contenimento, ribadisce che l’attenzione della Commissione Europea è rivolta solo alle misure applicate nell’attuale zona di contenimento e cuscinetto e, pertanto, i dati da verificare nell’ambito dell’ispezione devono fare riferimento alle suddette zone.” E non alla zona ex contenimento.
La Regione, “al fine ultimo di escludere l’applicazione di sanzioni economiche allo Stato italiano,” ha emanato il 21 aprile 2020, poche settimane fa, una nuova deliberazione di Giunta per uniformarsi alla Decisione UE del 2015 (dopo 5 anni?), e non prevede più alcuna “zona ex contenimento” e prevede monitoraggi da farsi da aprile a ottobre 2020.
Ma restano oltre 50 decreti di abbattimenti ancora da eseguire per oltre 1500 ulivi emessi in zona ex contenimento prima del 21 aprile 2020, alcune datate gennaio 2019, come il “Principe”, e con monitoraggi effettuati durante tutto l’anno… Di queste, sono 1068 gli ulivi ancora da abbattere in agro di Carovigno, di cui 525 con decreto del 7 aprile 2020, appena due settimane prima della delibera della Regione che non prevede più tale zona.
E proprio in questi giorni invece l’ARIF ha abbattuto oltre 50 ulivi a Morgicchio, agro di Carovigno, secondo tale atto del 7 aprile, e ne restano ancora oltre mille ulivi da abbattere, tutti in ex zona contenimento.
La nostra lettera, insieme alla diffida delle associazioni ambientaliste, vuol evitare questo sacrificio inutile per il comportamento illegittimo e perseverante della Regione e ci riserviamo di deferire la Regione alle istituzioni europee, che con 3 diverse Decisioni UE e con la procedura d’infrazione, stanno sollecitando l’Italia a concentrarsi sui 20 km dalla zona indenne e che sottolineano l’inutilità degli abbattimenti in zona infetta, “dove ormai il batterio è radicato stabilmente”.
Inoltre, la Regione stessa dichiara nell’ultimo DGR che da novembre 2018 al 6 febbraio 2020 emerge l’assenza di piante infette nella zona cuscinetto. Cioè, LA XYLELLA NON STA AVANZANDO.
Fermiamo questo scempio inutile e testardo del nostro paesaggio e territorio: la Regione è già sotto procedura d’infrazione e non vogliamo pagare anche per questo.
SalviAMO il principe di Serranova e gli altri centinaia di ulivi monumentali.