Autore: Michele Carducci

n.10 Riscaldamento globale e Filosofia

Una condizione fondamentale, per la maturazione degli stili di vita e di comportamenti consapevoli della drammaticità dei cambiamenti climatici, risiede nella emancipazione dalla propria condizione di “cecità sistemica”. Il concetto di “cecità” dell’individuo contemporaneo conosce diverse declinazioni, che vanno dalle critiche alla razionalità industriale di Max Horckheimer (razionalità obbligatoriamente funzionale all’accumulazione e al consumo) alla microfisica della...

n.9 I “jardins partagés” di Parigi

L’esperienza parigina dei “jardins partagés” rappresenta una intelligente modalità di partecipazione democratica degli stili di vita cittadina negli spazi pubblici e privati (come per esempio i condomini) e di responsabilizazione diffusa e visibile (quindi apprezzabile) della coscienza ecologica e climatica degli individui. http://www.shareparis.com/jardins-partages/

n.8 “Food in the Anthropocene”

Lo studio “Food in the Anthropocene”, pubblicato il 17 gennaio scorso dalla EAT-Lancet Commission on Food, Planet, Health (37 esperti di agricoltura, nutrizione e cambiamenti climatici provenienti da tutto il mondo), discute l’impatto sui cambiamenti climatici dei nostri stili alimentari, in particolar modo con riguardo alla carne. https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(18)31788-4/fulltext?utm_campaign=tleat19&utm_source=hub_page

n.3 Global footprint ed il personal Overshoot Day

Il “Global Footprint Network” consente di conoscere l’impronta ecologica degli Stati e di calcolare la propria, nonché di individuare il proprio “personal Overshoot Day”, ossia il giorno dell’anno solare, in cui si consuma il superamento della soglia di sostenibilità delle proprie condotte di consumo. L’ “Overshoot Day” è calcolato anche a livello dell’intero Pianeta e dei singoli...

n.19:”La desertificazione come forma essa stessa di ingiustizia climatica è un tema drammatico di lesione dei diritti umani nella loro dimensione relazionale con gli spazi e le loro forme di vita.”

La tematizzazione dei diritti semplicemente come “autodeterminazione” individuale (tipica del razionalismo neoliberale), dimentica che anche l’essere umano è un soggetto “ecologico” e “biodiverso”, prima ancora che astrattamente “economico”. Il “Wordl Atlas of Desertification” consente di farsene un’idea nell’osservazione della trasformazione ecologica dei luoghi. https://wad.jrc.ec.europa.eu/

n.18:”Il diritto umano al clima implica anche la rivendicazione di relazioni differenti tra esseri umani, luoghi, contesti, altre forme del vivente, in ragione di cosmogonie non antropocentriche.”

Questo vale soprattutto per il “diritto ctonio”, ossia il diritto delle comunità native (o diritto indigeno), il cui (tardivo) riconoscimento a livello internazionale ha comportato anche una rivisitazione della “toponomastica”, negata dalla colonialità del potere/sapere occidentale. Il blog “Decolonial Atlas” fornisce alcune indicazioni in merito a questo profilo, tutelato anche a livello sovranazionale, per esempio da apposite...